L’attualità della Laudato si’

A cinque anni dall’uscita dell’enciclica Laudato Si’, il suo messaggio dirompente è ancora più attuale anche per il dopo pandemia. Abbiamo l’urgenza di una vera transizione ecologica e di costruire una economia che includa. Sono le sfide che abbiamo di fronte e non possiamo ricominciare seguendo la via che ci ha condotto ai disastri che finalmente, forse, abbiamo cominciato a vedere tutti. Leggi qui.

Periferie

«La realtà si capisce meglio dalle periferie» osservava Papa Francesco nel 2013, da poco eletto, nella sua prima visita in una parrocchia della periferia nord di Roma. Ma cosa sono oggi esattamente le peri­ferie? Quando si pensa alle periferie l’elemento centrale è solitamente quello spaziale, la periferia è innanzitutto un luogo lontano dal cen­tro. Così la definisce, al singolare, anche la Treccani, che parla della periferia come della «arte estrema e più marginale, contrapposta al centro, di uno spazio fisico o di un territorio più o meno ampio». Un centro che non è solo un luogo fisico ma è anche e soprattutto il bello, la qualità, mentre in contrapposizione la periferia è il brutto, la scarsa qualità, il degrado fisico. Un degrado fisico che incide su stili e qualità di vita, determinando divergenti attitudini sociali e culturali. Continua qui.

15 maggio 2020 – Presentazione ”Parole chiave dell’impresa cooperativa del futuro”, Il Mulino.

Venerdì 15 maggio 2020 internamente al Master Impresa Cooperativa: Economia, Diritto e Management, Università Roma Tre alle ore 14.30 Presentazione (virtuale) del volume a cura di Andrea Bernardi (Oxford Brookes University) e Salvatore Monni (Università Roma Tre) “Parole Chiave per l’impresa cooperativa del futuro” Le edizioni del Mulino. Ne discutono con gli autori: Pasquale De Muro (Università Roma Tre), Mattia Granata (Legacoop Nazionale), Elena Romagnoli (Cernto Italiano documentazione sulla cooperazione), Sara Vicari (Aroundtheworld.coop, Università Roma Tre).

Qui il libro.

#mapparoma28 – Reddito di cittadinanza e disuguaglianze: a Tor Bella Monaca 9 volte le domande dei Parioli

In questa #mapparoma28, sulla base dei dati INPS relativi al periodo aprile-ottobre 2019, mostriamo la distribuzione del Reddito o della Pensione (per i percettori non più in età di lavoro) di Cittadinanza nei quartieri romani, nei comuni della Città metropolitana di Roma e in tutta Italia. I dati ci permettono di elaborare due indicatori: il primo, che commenteremo più diffusamente, sono le domande accolte ogni 100 residenti con più di 15 anni, poiché sotto determinate condizioni il RdC può essere concesso da un’età minima di 16 anni; il secondo è l’importo medio complessivamente erogato ai percettori nel corso dei primi sette mesi di avvio del RdC, che risente del fatto che le erogazioni non sono partite tutte insieme a marzo, ma anche nei mesi successivi secondo l’iter della domanda. Continua a leggere.

Le Mappe della disuguaglianza, Donzelli Editore 2019.

«Le città metropolitane escono dalla crisi più profonda che il nostro paese abbia mai conosciuto con una larga classe di esclusi, presenti non solo nelle periferie: le disuguaglianze si sono aggravate, coinvolgendo anche quello che un tempo era il ceto medio. Da un lato i benefici della crescita e le opportunità di acquisire lo “star bene” non vengono ripartiti equamente, e dall’altro lato le potenzialità dello sviluppo economico non vengono sfruttate appieno».

k. l., s. m., f. t.

«Roma è ormai dilagata ben oltre i suoi pur ampi confini. La chiamiamo ancora Roma, utilizzando il nome storico per una conurbazione che ha profondamente modificato una geografia secolare».

Walter Tocci

Quando si parla di Roma – come esempio per antonomasia di una realtà urbana complessa e stratificata, sintesi del difficile cammino delle metropoli in Europa e nel mondo – spesso si cade nella trappola dei luoghi comuni, della visione stantia di una città che non c’è più, dell’inconsapevolezza di come cambiano i cittadini e dove si spostano. Oggi, nell’era della connettività universale, una volta che ci si è allontanati dai percorsi più battuti, a Roma si può avere la sensazione di fare un salto nel buio e, un po’ come accadeva ai navigatori del XV secolo (loro sì, per colpa di mappe inesatte), di imbattersi in nuove terre, piene di problemi ma anche di potenzialità.

Il volume – costruito come un percorso che si snoda attraverso una dettagliata serie di mappe a colori – traccia una geografia delle disuguaglianze tra i quartieri della capitale in un confronto inedito e prezioso con le altre tre principali città metropolitane italiane: Milano, Napoli e Torino. Gli autori, mossi da un grande rigore scientifico e da una forte passione civile, ci restituiscono la complessità sociale e spaziale della capitale, mostrandone le tante sfaccettature e le disuguaglianze che la attraversano.

Una complessità con cui occorre fare i conti e da cui ripartire. Come osserva Walter Tocci nel denso saggio a chiusura del volume, Roma offre di sé facce mutevoli, come un caleidoscopio, «dando la percezione dell’inesorabile disorganicità. Eppure, alle cangianti visioni di Roma sono legate anche le speranze per la sua rinascita».

Accanto a Roma, dunque, e a confronto con Roma, altre grandi realtà: Milano, Napoli e Torino. Di queste quattro città metropolitane si passano al setaccio i quartieri e i comuni dell’hinterland su temi che interessano da vicino i cittadini: dai trasporti alla scuola, dal turismo all’ambiente, dalla sanità alla presenza di stranieri, e sui quali quotidianamente grava il peso delle disuguaglianze socio-economiche.

Questi estesi territori urbanizzati, altamente diversificati, poco conosciuti e in continua evoluzione, necessitano di essere indagati a fondo con strumenti capaci di mettere a fuoco problemi, criticità e differenze. Per questo motivo, il lavoro non si limita all’analisi delle loro caratteristiche in termini aggregati, ma indaga le città attraverso indicatori con un livello di dettaglio territoriale molto più fine: le 155 zone urbanistiche di Roma, gli 88 nuclei di identità locale di Milano, le 94 zone statistiche di Torino e i 30 quartieri di Napoli.

L’auspicio è che queste mappe siano consultate da tanti, ma soprattutto da quelli che le politiche le devono pensare e disegnare.

QUI IL LIBRO